SANITÀ
”È nelle tenebre che inaspettatamente si rivela la luce”… qui, sott’o ponte, c’è il Rione Sanità. Uno dei quartieri più problematici di Napoli, dove dalle tenebre, dalla “culla dei morti” sono nate occasioni di salvezza e riscatto. Camminare lungo la Sanità significa percorre “il Miglio Sacro”, un miglio di fede, tra il sacro e il profano, che parte dalle antiche Catacombe di San Gennaro, passando per il Cimitero delle Fontanelle, la Basilica di Santa Maria della Sanità (uno scrigno della pittura napoletana del XVII secolo) al Borgo dei Vergini con la porta del Santo patrono.
Tra le strade del Rione si respira umanità, tra i sorrisi e le lacrime di volti che parlano di diversità e di scambio culturale, con suoni e colori vari, come vari sono quelli dei panni appesi negli stretti vicoletti.
In questo luogo, dove da secoli convivono le opere d’arte delle chiese barocche con case fatiscenti, i Palazzi nobiliari (come il Palazzo Sanfelice o il Palazzo dello Spagnolo) con i bassi scavati nel tufo giallo, dove si affacciano le signore per raccontarsi “il fatto del giorno”.
Con le anime pezzentelle, abitanti a tutti gli effetti di questo Rione, tra devozioni e rituali antichi, si rivelano i tesori artistici che sono non reperti da adorare, ma da vivere con il territorio e far gestire ai figli di questo Rione, a lungo considerato periferia del centro storico, tra “miseria e nobiltà”, qui dove visse Totò.
L’isolamento storico e geografico provocò nel tempo un lento processo di emarginazione economica e sociale, unitamente al degrado architettonico ed urbanistico. Oggi il tesoro artistico del rione è stato sottratto al buio ed è diventato mezzo per rigenerare, sanare. Una bellezza non algida, ma folgorante, che si fa strumento di commozione e risalita su quel ponte che per lunga ha tagliato fuori il Rione Sanità. Perché “La Speranza ha due bellissime figlie: lo Sdegno e il Coraggio di cambiare le cose così come sono”. (Sant’Agostino)