IN MIEZ'A VIE
“In miez’a vie" in napoletano è un concetto legato a quello del cibo, ma più profondo del classico street food assaporato per strada. Qui letteralmente in mezzo alla strada si vive, si mangia, si condivide. I panni stesi ai balconi, i bassi, le chiacchiere in mezzo alla strada, i saluti a gran voce da un lato all’altro della strada, i cortili senza confine. A Napoli il sacro ed il profana si intrecciano tra i silenzi delle chiese ed i misteri del sottosuolo, le viscere di Napoli.
Un luogo mistico e sacro, e cosa c’è di più sacro della fiducia? Del credere in un Santo o nelle anime pezzentelle del cimitero delle Fontanelle, dove le donne del luogo chiedono grazie terrene e piccoli miracoli in cambio di carezze ai teschi di nessuno. Ma ancora più sacro credo sia la fiducia nel prossimo che incontriamo nel teatro a cielo aperto di Napoli. Questa è la terra di Totò, maschera universale che ha saputo reinterpretare gesti, sorrisi asimmetrici e ammiccamenti. Di un'umanità schietta, riso amaro e disincantato.
Tra superstizioni e riti religiosi, l'antico si accosta al nuovo, le credenze popolari si intrecciano con la cultura, il teatro, la musica…
Le voci, i profumi delle piazze e dei mercati, dove la Street art di Bosoletti incontra l’architettura barocca dell’architetto San Felice con i suoi palazzi dall’atmosfera cinematografica.
Autentica, passionale, verace. Per concedersi l’occasione di conoscere Napoli nella sua interezza è necessario lasciare i preconcetti alle spalle e spalancare gli occhi ed il cuore, preparandoli alla bellezza, e la bellezza, si sa, è negli occhi di chi sa coglierla.
Passeggiando per gli stretti vicoli s’incontrano artigiani, guantai, artisti, talenti dell’espressività e dell’arte oratoria, chef per amore del buon cibo. Per le strade…l’odore forte del caffè preparato con la caffettiera napoletana, ‘a frittat e maccarun, una montanara o una palla di riso (tra le poche pietanze, insieme al sartù, a base di riso ad essere accettate dal popolo napoletano che ha sempre considerato questo cereale un cibo raffinato, leggero, ma di poca sostanza, adatto ai malati, ai convalescenti e alle persone dallo stomaco delicato e dalla digestione difficile). E poi la trippa condita con olio e limone che non accetta compromessi, o si odia o si ama. La pasta con fagioli e cozze in piazza del Mercato a Porta San Gennaro.
Le ultime parole pronunciate da Totò furono per l’amico Eduardo de Filippo: “Eduà, Eduà mi raccomando quella promessa: portami a Napoli”.
Se assapori questa vita che trasuda umanità, autenticità, bellezza, allora sì, pensi che i partenopei hanno davvero ragione quando dicono: “Vedi Napoli e poi muori”.