CHATSUMI
LA RACCOLTA DELLE FOGLIE DEL TÈ
Ikusechō (a Kumano) è un piccolo villaggio di montagna che conserva il fascino dei paesaggi rurali, dove ancora vivono tradizioni millenarie che si tramandano di generazione in generazione. La bevanda preparata con le foglie della Camellia sinensis è conosciuta in Cina fin dall'antichità ed è apprezzata per il suo sapore e le sue proprietà toniche. Diffusasi dapprima nei paesi dell'Asia Orientale ha raggiunto grande popolarità anche in Occidente, diventando la bevanda più consumata al mondo doapo l'acqua. L'uso del tè è diventato un elemento fondamentale della vita quotidiana e della cultura di molti Paesi, ognuno con il suo modo di preparalo e berlo. Ogni foglia di tè ha la sua storia, racconti di culture e tradizione diverse, di persone che si incontrano durante viaggi. Bevanda di tutti i giorni, il tè è diventato in alcuni casi un rito, una raffinata cerimonia. In Giappone, in particolare, è espressione dell’omotenashi おもてなし, cioè l’ospitalità e l’accoglienza riservata agli ospiti. E i principi su cui si fonda la cerimonia del tè (chadō o sadō 茶道, letteralmente “la via del tè) sono penetrati nella cultura e nella società giapponese. La sobria ed elegante ospitalità che si avverte partecipando ad un incontro di tè vive sotto forme diverse anche in altre situazioni quotidiane. Per esempio, ad un ospite a casa o ad un fedele cliente di un negozio, con buone probabilità, sarà offerto con la stessa cura ed attenzione ai dettagli estetici una tazza di tè per iniziare una piacevole conversazione ed esprimere gratitudine. Come espresso nell’idea giapponese ichizakonryū 一座建立, il fondamento essenziale della cerimonia del tè consiste proprio nell’approfondire le relazioni fra gli ospiti e il padrone di casa, creare empatia tra i partecipanti. Uno dei yojijukugo 四字熟語 (espressioni idiomatiche composte da quattro kanji) più poetici della lingua giapponese, che ha le sue origini nella cerimonia del tè e che si ricollega alla formula ichizakonryū, è ichigo ichie一期一会. Un incontro unico ed irripetibile da vivere con riconoscenza e consapevolezza, perché un’“identica cerimonia del tè” non si ripeterà più e per questo “ospite e padrone di casa” si impegneranno a rendere prezioso questo irripetibile incontro. Un “carpe diem” giapponese che travalica l’ambito della cerimonia del tè e invita a gustare appieno ogni momento, incontro.
La prefettura di Mie, dove sorge Kumano, è la terza maggiore località giapponese per la coltivazione di tè, dopo Shizuoka e Kagoshima. Per la sua particolare posizione geografica, cinta dall’Oceano e dalle montagne, ogni zona vanta una produzione distintiva d’alta qualità. Il tè verde prodotto a Mie è stato registrato con il nome di Ise cha ed è diventato brand della prefettura. Insieme alla gentile coppia dei coniugi Minami ho trascorso due indimenticabili pomeriggi in loro compagnia a raccogliere le foglioline del tè, un raccolto abbondante che ha puntualmente inizio a maggio e che fornirà la provvista di tè per un anno intero . Un affascinante mondo della cultura del tè si apre con la preziosa spiegazione del Signor Yuji, che raccogliendo esclusivamente le foglie a mano, mi spiga come preparare a casa passo dopo passo un ottimo bancha 番茶 e ne gusto una tazza. Oltre al tè verde, in Giappone è molto diffuso un tè dal colore brunastro, chiamato appunto bancha e ad Ikuse, grazie al clima fresco e all’alta qualità delle materie prime selezionate con cura (sono raccolte solo le foglie più morbide), si ottiene un tè dolce e saporito (umami). In un grande pentolone in ghisa, le morbide foglie del tè sono abbrustolite per circa dieci minuti e trasferite, poi, in un cesto di bambù, sono massaggiate con delicatezza. A questo punto, adagiate al sole le si lasceranno essiccare all’aria fino a che le foglie otterranno un colore dorato. Se le foglioline saranno state ben seccate e al tatto saranno croccanti si potrà dire con orgoglio di aver realizzato un ottimo bancha. È stata una lieta ora del tè e l’estate si sta avvicinando, è l’ottantottesima notte dall’inizio della primavera (verso di una popolare canzone dal titolo Chatsumi, che risale al periodo Meiji e che è tuttora insegnata a scuola ai bambini). L’ottantottesima notte è un giorno considerato propizio, che coincide secondo il calendario lunare all’avvicinarsi del primo giorno d’estate (立夏, riishun), dopo ottantotto giorni dal primo giorno di primavera. Anche per il buon tempo (prima della stagione delle piogge), è questo il perdio migliore per la raccolta delle foglie da cui si otterrà un tè di alta qualità. E dall’antichità che viene raccolto nell’ottantottesima notte, favorevole per un tè capace di regalare lunga vita e salute. Le giovani raccoglitrici di tè (chakkiri musume ちゃっきり娘) che coreografano la canzone “Chakkiribushi” nelle piantagioni da tè, danzando con il tipico kimono con fasce rosse, sono un’immagine tradizionale della raccolta del tè. Questo incontro ad Ikusechō è stato davvero un “ichigo ichie”. E ...poi è proprio vero che trascorrere del tempo piacevole insieme è un ingrediente importante per costruire profonde ed intime relazioni interpersonali.